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LO SVE: OTTIMA OPPORTUNITÀ PER VIVERE UN’ESPERIENZA ALL’ESTERO

In viaggio verso Ankara.

Partire o non partire? Su questa questione di parvenza shakespeariana si divide oggigiorno una parte importante della comunità giovanile mondiale. Personalmente mi colloco dal lato di tutti coloro che hanno optato per la prima scelta. Beninteso, nulla in contrario con quelli che invece scelgono di rimanere. Sono entrambe decisioni che richiedono all’individuo una certa dose di coraggio.

Nonostante l’interesse per un’esperienza all’estero, per molti partire potrebbe essere equiparato a fare un salto nelle tenebre. In tal caso, consiglio di prendere una lunga rincorsa e di gettarsi a gambe all’aria! Non nego la presenza del buio, ma garantisco che potrebbe essere solo nella testa dell’individuo. Mano a mano che si vive l’esperienza, la conoscenza illumina le cose del nuovo mondo che si va esplorando, sottraendo all’oscurità e all’ignoto oggetti, volti, identità e linguaggi. Poco a poco si profila nella mente dell’avventuriero una dimensione fino ad allora del tutto inesplorata. A questo punto, poco importa se questa nuova realtà sia migliore o peggiore di quella d’origine, ciò che conta ora è la pura conoscenza delle cose, sia essa condotta per mera sopravvivenza sia per puro amore del sapere. Tutto viene messo in discussione a cominciare da sé stessi e dalla propria scelta. Ci si domanda quale sia la vera ragione della partenza: si è intrapreso il viaggio nella prospettiva di una vita migliore oppure a caccia di novità?
Facciamo un salto indietro e proviamo ad affrontare il principale problema legato alla partenza: come faccio a partire? Lo SVE (EVS in inglese) è a mio avviso un’ottima opportunità per tutti coloro che in cerca di un’esperienza all’estero per dare una svolta alla propria vita. Può essere una valida alternativa alla fuga organizzata in autonomia, soprattutto se non si dispongono delle finanze necessarie per iniziare il viaggio. Con lo SVE si parte soli, senza però esserlo realmente. L’associazione del paese d’origine, da me in seguito indicata base organization, opera in sintonia con l’associazione ospitante estera, che chiamerò host organization. Mentre la prima fa da tramite e da mediatrice, la seconda è la vera ideatrice del progetto a cui si aderisce e si fa carico della sua realizzazione in loco. Per quanto concerne la mia avventura, ho preso parte ad uno SVE di due mesi intitolato Come as you are, diffuso dall’associazione bolognese Scambieuropei e proposto da Epeka, host organizzation turca attiva sul fronte della disabilità e della salvaguardia degli animali. La mia attività è consistita nell’attivazione di un laboratorio artistico in un centro disabili di Sinop, località turca sita sul Mar Nero. Obiettivo principale del mio intervento è stato quello di aiutare gli ospiti della struttura a sviluppare le loro abilità creative e manuali tramite la pittura e il disegno, ove possibile.
Ambientarsi a nuove situazioni, imparare a relazionarsi con la comunità locale e dimostrare le proprie capacità non è certo facile. Richiede umiltà, voglia di imparare, predisposizione verso il prossimo, capacità di mettersi in gioco senza farsi sopraffare dalle difficoltà oltre che una certa dose di diplomazia. Il tutto condito con santa pazienza. È comune avere la sensazione di dover ricominciare da capo la propria vita e ed facile incorrere nel rischio di farsi scoraggiare da ostacoli e complessità. È un’attività che può presentare sia delle difficoltà sia delle agevolazioni. Ad esempio può facilitare l’apprendimento linguistico e culturale, aumentare la capacità comunicare e i rapporti sociali, incrementando inoltre entusiasmo e voglia di fare. Chi può candidarsi per uno SVE? È un’esperienza fattibile per tutti – sì, ho detto tutti – purché siano giovani dai 18 ai 30 anni. Di progetti disponibili ce ne sono veramente molti e la possibilità di trovarne uno di proprio interesse è elevata. Inoltre, non vengono richiesti requisiti particolarmente difficili da soddisfare. Anche il livello linguistico richiesto non è mai troppo avanzato e fa riferimento per lo più alla conoscenza dell’inglese. Come si suol dire si impara strada facendo: si tratta di un’attività di volontariato che lascia dunque spazio all’apprendimento e alla crescita personale del volontario.
Solitamente durante lo SVE i volontari hanno modo di conoscere tradizioni locali prendendo parte a serate o eventi culturali locali e di esplorare il territorio grazie a gite organizzate dall’host organization oppure in autonomia con gli altri volontari e nuovi amici conosciuti in loco. Grazie ad Epeka, la mia host organization, sono partita per Ankara, capitale e principale centro politico-diplomatico del paese, mentre con nuovi amici turchi ho pianificato una fantastica fuga di due giorni in Istanbul, affascinante megalopoli percorsa dalle acque. 
Alla fine dello SVE, i risultati sono sempre soddisfacenti. Si rivelano utili per crescere anche i fatti negativi. Consiglio pertanto di non aver paura di delle situazioni difficili o ostacolanti che si possono incontrare durante lo svolgimento del servizio. Al contrario, è necessario metterle in conto prima di partire e munirsi di anticorpi per affrontarle al meglio. In fondo - ce l’hanno sempre detto parenti e insegnanti - le difficoltà rafforzano la personalità e rendono più valida l’esperienza. Per me è stato così e se potessi ripartirei nuovamente. Anzi, posso! Mi spiego meglio. Il regolamento prevede la possibilità di svolgere una seconda volta lo SVE per coloro che ne hanno svolto uno di breve termine, ossia di durata non superiore ai due mesi. Per chi lo desidera ci sono molteplici occasioni per partire!

Per visualizzare i progetti disponibili e per reperire ulteriori informazioni a riguardo invito a consultare il sito www.scambieuropei.info.
Quest’articolo vi ha incuriosito e avete domande? Vi invito a scrivermi all’indirizzo e-mail: calvisilvia@gmail.com oppure tramite la mia pagina facebook www.facebook.com/silvia.calvi.904.

Puoi visionare il mio articolo pubblicato da Associazione Scambi Europei:
https://www.associazionescambieuropei.org/ama-cambia-mondo-sve-silvia/ . 

©Silvia Calvi

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