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Foto ©Silvia Calvi

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GLI OCCHI DI UN’ITALIANA SU ISTANBUL

Atterro all’ Aeroporto di Sabiha Gokçen  alle 10.20 dell’11 novembre 2017. Sarei dovuta arrivare alle 10.00, ma il mio aereo ha tardato di circa 20 minuti. In piedi in mezzo a decine di altre persone nella sala d’aspetto si fa notare un ragazzo sui 20 anni, alto, moro e dalla corporatura robusta: è  Ozan Karagöz , amico e guida per il tour di Istanbul, organizzato nel breve weekend che si sta già consumando mentre mi avvicino a lui.  In sole due mezze giornate Ozan promette un tour completo della megalopoli, condito con interessanti storie e aneddoti sulla città e animato dalla scoperta di tradizioni locali e luoghi emblematici. Continua proponendo di vivere due continenti in uno (giocando sul fatto che la città è divisa in due parti), di varcare confini e di navigare acque, di prendere una metropolitana subacquea e in fine di partecipare a una maratona internazionale… In breve, pare promette l’impossibile. Racconta di sé, dei suoi studi di ingegneria, spiega in cosa consist
DIPINGI IL PARADISO ALEX, CHE TUTTO BIANCO FA SCHIFO . Nel giorno di Ognissanti Alessandro Caligaris si appresta a dipingere l’immenso spazio bianco offerto dal Paradiso. L’artista è spirato la sera di martedì 30 ottobre, ma il motivo della sua morte e la lunghezza della sua agonia sono dettagli che hanno il peso di un pettegolezzo. La sua vita, il suo impegno sociale e la miriade di opere da lui prodotte non possono e non devono essere messi in ombra dalla mera cronaca di un disgraziato incidente. Per ciò non se ne farà alcun cenno in quest’articolo. Merita attenzione invece il suo operato. Torinese, classe 1981, dopo il diploma all’Accademia Albertina di Torino si specializza in arte-terapia clinica al Lyceum di Milano. La sua carriera artistica diviene da subito di notevole portata: eccellente fumettista e street artist , autore delle due note graphic novel   Hoarders   e  Revolu-Show pubblicate con Eris Edizioni e di Blue Boy , il suo ultimo fumetto dove assume il do
SCONOSCIUTI AL CITOFONO, I TIMORI DI CHI È SOLO E LE DRITTE DEI CARABINIERI Lunedì 31 dicembre alle 19:00  il campanello di un’abitazione sita nel rione di  Castello a   Lecco  suona continuamente per circa mezz’ora o forse più, rompendo il silenzio della via momentaneamente spopolata. L’inquilina è una  ragazza sola  che non aspetta visite. Complice la mancanza di un videocitofono, la paura prende il sopravvento e la giovane preferisce non rispondere sin dalla prima citofonata. L’accaduto apre l’inevitabile questione sulla  condotta da assumere  in questi casi: è opportuno rendersi reperibili quando ci si sente in pericolo? Quanto è conveniente per una  ragazza  farsi scoprire  sola in casa , in particolare  nei dì festivi ? La nota formula  “non aprire a sconosciuti, veri o presunti, quando si è in casa da soli”  non è solo una regola che parenti e genitori inculcano ai loro pargoli, bensì anche uno dei preziosi consigli in materia di protezione della casa divulgat